L’artrosi di anca e ginocchio determina un abbassamento della qualità della vita
L’impianto di una protesi con tecniche mininvasive può riportarti alla normalità
Artrosi di ginocchio o Gonartrosi
L’articolazione del ginocchio è composta da 3 compartimenti: il femoro-tibiale mediale, il femoro-tibiale laterale e il femoro-rotuleo.
La superficie della porzione prossimale della tibia, la superficie della porzione distale del femore e la superficie della faccia interna della rotula sono rivestite di cartilagine, tessuto specializzato presente in tutte le articolazioni e che grazie alle proprie caratteristiche permette il movimento articolare. La cartilagine e la membrana sinoviale (strato più profondo della capsula articolare) concorrono alla produzione di liquido sinoviale, vero e proprio lubrificante articolare.
L’articolazione del ginocchio, quando sano, permette il movimento di flesso-estensione dei condili femorali sui piatti tibiali e lo scorrimento della rotula sulla faccia anteriore del femore distale, consentendo tutte le normali attività della vita.
Se la cartilagine si consuma e si assottiglia si prefigura una condizione patologica definita gonartrosi. Ciò determina una minor fluidità dello scorrimento delle superfici articolari ed espone l’osso sottostante (detto subcondrale), il quale non ha le caratteristiche anatomiche e funzionali per agire come farebbe la cartilagine. Questo crea non solo una diminuzione progressiva della capacità di movimento, ma anche un dolore che inizialmente si presenta sotto sforzo e con il passare del tempo anche a riposo.
I sintomi tipici della gonartrosi sono:
- Dolore anteriore, mediale e/o laterale del ginocchio con possibile irradiazione su coscia o gamba
- Rigidità e diminuzione del range di movimento
- Atteggiamento in flessione del ginocchio (nelle fasi avanzate)
- Scroscio articolare
- Idrartri ricorrenti (“ginocchio gonfio”) spesso associati ad aumento della temperatura localmente.
La gonartrosi si sviluppa prevalentemente in soggetti con età tra i 55 e i 65 anni ma ci sono delle situazioni in cui la sua insorgenza può essere precoce e quindi colpire soggetti più giovani. Alcuni sport (calcio, basket, rugby) il sollevamento di carichi continuativo (lavori usuranti) e le pregresse fratture sono tutti fattori esterni che posso favorire la gonartrosi. Tra i fattori di rischio legati al paziente ci sono invece l’obesità, le deviazioni assiali marcate in varo (gambe a parentesi) o in valgo (gambe a “ics”), pregresse meniscectomie o lesioni legamentose, terapie croniche con cortisone ed altre condizioni più rare.
La gonartrosi, in ambito ortopedico, è una causa molto comune di dolore e disabilità funzionale nei pazienti oltre i 55 anni di età.
Diagnosi
La diagnosi della gonartrosi viene fatta tramite l’anamnesi (ossia la raccolta della storia clinica del paziente), l’esame obiettivo (ossia l’esecuzione di tutti i test specifici e l’osservazione dei segni tipici) e l’indagine radiologica.
Bisogna sempre interrogare il paziente su eventuali pregresse fratture di femore, tibia o rotula o su eventuali pregresse lesioni meniscali o legamentose, su pregresse lussazioni di rotula e su eventuali terapie croniche con corticosteroidi.
I pazienti con gonartrosi riferiscono di avere dolore anteriore, mediale o laterale al ginocchio con irradiazione che può scendere verso il polpaccio o salire verso la coscia. Il dolore è spesso maggiore nella prima ora dopo il risveglio. La funzionalità articolare è quasi sempre ridotta e nelle fasi avanzate si può anche sviluppare un atteggiamento in flessione, oppure un atteggiamento in varo o in valgo che solitamente si accentuano col carico.
A questo punto è necessario stadiare l’artrosi con una Radiografia. La radiografia deve sempre comprendere entrambi gli arti inferiori nella loro totalità e serve anche il particolare del ginocchio maggiormente interessato. L’esame radiografico va sempre svolto sotto carico e con una flessione di 30°, in una proiezione antero-posteriore, una proiezione laterale e una proiezione assiale per lo studio della rotula.
Sono tutti elementi che oltre a confermarci la diagnosi, ci aiuteranno nel futuro planning dell’intervento.
Secondo la classificazione di Kellgren-Lawrence esistono 5 gradi, dal grado 0 al grado 4 in ordine crescente di gravità. Per semplificare il discorso possiamo dire che sino al grado 2 l’intervento chirurgico di sostituzione protesica non è indicato; il grado 3 rappresenta una situazione intermedia per cui l’intervento è indicato ma non obbligatorio; nel grado 4 l’artrosi è tale che, ad oggi, non esiste alcuna alternativa alla sostituzione protesica.
In alcuni pazienti si rende necessaria l’esecuzione di esami radiologici di secondo livello. Con la TC si possono indagare eventuali difetti ossei o microfratture misconosciute sulla normale radiografia.
La Risonanza Magnetica viene utilizzata principalmente per la diagnosi della necrosi avascolare dei condili femorali o per la valutazione di lesioni legamentose associate.
Terapia
Integrando i dati di anamnesi, esame obiettivo ed esame radiologico si discrimineranno quindi i pazienti non candidati all’intervento da quelli che invece lo sono.
Per quelli non candidati all’intervento prescrivo una terapia medica antinfiammatoria ad alte dosi (compatibilmente con lo stato di salute del paziente) e la fisioterapia mirata al recupero della muscolatura e della funzionalità articolare. In alcuni casi è indicato anche un ciclo infiltrativo con acido ialuronico, con PRP (platelet rich plasma) o con Lipogems.
Nei pazienti con artrosi avanzata propongo l’intervento chirurgico. Lavoro in una clinica in cui ho un’ampia scelta di impianti protesici e scelgo sempre di impiantare la protesi più adatta all’anatomia del paziente.
Abbiamo un approccio mininvasivo che prevede piccoli tagli, minore trauma nei confronti dei tessuti intorno all’articolazione, e conseguentemente un recupero funzionale più veloce e un dolore post-operatorio più controllato.
Esistono due tipi di impianti associati a due diversi tipi di artrosi:
- Protesi totale
prevede la sostituzione di tutti e 3 i compartimenti del ginocchio e si utilizza nei casi di artrosi tricompartimentale avanzata - Protesi monocompartimentale
prevede la sostituzione di un solo compartimento e si utilizza nei casi di artrosi monocompartimentale (monocompartimentale mediale; monocompartimentale laterale; monocompartimentale femoro-rotulea)